La Società Europea di Cardiologia lancia l’allarme: “aumento del tasso di decesso nelle donne in gravidanza”.
Ciò sembrerebbe legato all’aumento delle malattie cardiache o dei fattori predisponenti nelle donne in età fertile.
Come ben sappiamo la gravidanza mette a dura prova il sistema cardiovascolare soprattutto tra la 28ma e 32ma settimana e durante il travaglio. In queste fasi possono manifestarsi segni di scompenso cardiaco quali congestione polmonare, toni aggiunti, soffi, congestione venosa in pazienti, non solo con cardiopatie accertate, ma anche con anamnesi cardiologica negativa. Tuttavia questi segni possono presentarsi anche in donnecon sistema cardiovascolare indenne, quindi la diagnosi, non è sempre scontata.
Le ragioni di questa crescita non sono state pienamente chiarite, tuttavia, si ipotizza all’aumento dei casi di obesità, al fumo di sigaretta, al diabete e all’ipertensione nonché all’aumento del numero di madri di età avanzata.
Afferma il prof. Roberto Ferrari, past president ESC:
“Le ragioni non sono del tutto note ma è urgente intensificare la ricerca in questo campo. Oggi la Società Scientifica ha presentato nuove linee guida su gravidanza e rischio cardiovascolare, indispensabili alla luce delle evidenze e del continuo aumento di questi problemi nel nostro continente”.
Bisogna comunque tenere in considerazione che, le malattie cardiovascolari, non sempre rappresentano una controindicazione alla gravidanza. Ad oggi, la mortalità nelle pazienti con cardiopatia accertata è dell’1%, valore che non si associa ad aumento della mortalità delle stesse pazienti nel post-partum.
Per le donne che hanno un’insufficienza cardiaca di classe I e II (The New York Heart Association), il rischio di morte in gravidanza non è aumentato (anche se pazienti con stenosi mitralica possono, a volte, passare nella classe di rischio superiore).
Per le pazienti in classe III e IV (sintomatiche con dispnea, affaticamento e tachicardia dopo un’attività fisica limitata o a riposo) il rischio di morte materna e fetale è aumentato; queste donne non dovrebbero iniziare una gravidanza fino a quando non sono state completamente studiate e mostrano il massimo miglioramento con il trattamento medico e chirurgico.
Praticamente tutte le morti dovute a insufficienza cardiaca in corso di gravidanza si verificano in pazienti appartenenti alle classi III o IV. Quelle appartenenti alla IV classe possono essere considerate candidate a un aborto terapeutico precoce.
Particolare attenzione deve essere rivolta al travaglio, fase dove lo sforzo a carico dell’apparato cardiovascolare è massimo. In casi selezionati potrà esserci l’indicazione al parto con forcipe o con taglio cesareo. Da non dimenticare il post-partum, periodo anch’esso delicato per il sistema cardiovascolare (da ricordare la cardiomiopatia del peripartum).
Quindi assume una notevole importanza la diagnostica cardiologica nelle donne che desiderano avere un bambino, per scongiurare brutte sorprese nel corso della gravidanza soprattutto in quelle pazienti dove sono presenti i fattori di rischio per le malattie cardiovascolari.