Il morbillo è una malattia esantematica ad eziologia virale.

Morbillo – epidemiologia

  • elevatissima contagiosità, importante causa di morbilità e mortalità soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.
  • Colpisce soprattutto i bambini con età compresa tra 1 e 5 anni
  • Nell’ultimo decennio è aumentato il tasso d’incidenza d’infezione negli adolescenti
  • In Italia 1 caso ogni 100.000 abitanti
  • Diffusione soprattutto all’interno di comunità chiuse quali ospedali, scuole.

Morbillo – eziologia

  • Il responsabile è il Paramyxovirus, virus a RNA appartenente  al genere Morbillivirus della famiglia Paramyxoviridae.
  • Infetta esclusivamente l’uomo
  • Di forma sferica e struttura icosaedrica di diametro compreso tra 100 e 250 nm.
  • Rivestito da un doppio strato lipidico che presentano due proteine glicosilate:
    • l’emoagglutinina-> responsabile del meccanismo d’adesione alle cellule target
    • proteina di fusione-> determina la fusione con la membrana cellulare
    • Contiene al suo interno una molecola di RNA elicoidale.

Morbillo – Patogenesi

Il contagio avviene mediante l’eliminazione delle secrezioni nasofaringe e mediante i colpi di tosse. All’interno delle goccioline liberate nell’ambiente, il virus può sopravvivere alcune ore.

Penetra attraverso le mucose delle prime vie aeree interessando anche i linfonodi regionali. La prima fase replicativa è della durata di 3 giorni.

In seguito il virus è veicolato dai linfociti e dai macrofagi nel circolo sistemico con interessamento di tutto il sistema reticolo endoteliale di tutti gli organi. Qui avviene la seconda fase replicativa. Compare iperplasia linfoide.

Successivamente si assiste a una massiva viremia.

La replicazione virale determina la formazione di cellule giganti multinucleate.

La comparsa di esantema è dovuta a una reazione da ipersensibilità ritardata nei confronti di complessi antigene-anticorpo a livello dei vasi del derma. La comparsa dell’esantema si associa al massimo della contagiosità quindi, i pazienti, devono essere isolati durante questo periodo.

Presentazione classica

Le prime manifestazioni cliniche della malattia compaiono dopo un periodo di incubazione della durata di 9-12 giorni.

Possiamo dividere le manifestazioni cliniche in 3 fasi:

  • prodromica (o delle mucositi o catarrale)
  • esantematica
  • risolutiva

 

Fase prodromica

Dura 4-5 giorni ed è caratterizzata da:

  • febbre continuo remittente
  • mucositi: coinvolgimento delle mucose nasali, faringee e congiuntivali (triplice catarro)
  • enantema (chiazze di Koplik): chiazze biancastre circondate da alone eritematoso sulla faccia interna delle guance. Scompaiono in 24-48 ore.
  • tosse secca
  • fotofobia
  • lacrimazione
  • secrezione nasale sierosa

Fase esantematica

Dura 4-5 giorni ed è caratterizzata da:

  • esantema maculo papulare: esordisce a livello del collo, nuca e regioneretroauricolare per poi estendersi in senso cranio-caudale (esantema discendente). Tali lesioni confluiscono a formare chiazze a carta geografica di colore “più acceso”.
  • Linfonodi dell’angolo mandibolare e retrocervicali aumentati di volume

 

Fase di risoluzione

  • L’esantema tende a sbiadire in senso cranio-caudale con completa scomparsa in 5-6 giorni.
  • Scomparsa graduale della febbre (cede per lisi)
  • Ci può essere persistenza della tosse

Altre presentazioni

Forma atipica

Caratterizzata da:

  • febbre elevata
  • esantema che esordisce perifericamente
  • esantema purpurico petecchiale o orticarioide
  • complicanze respiratorie

Forma emorragica

Caratterizzata da:

  • petecchie
  • soffusioni cutanee emorragiche
  • ematuria
  • melena
  • epistassi

Forma ipertossica

Si presenta prevalentemente nei pazienti immunodepressi e immunocompromessi.

Caratterizzata da:

  • ipertermia
  • esantema
  • diarrea e disidratazione
  • coinvolgimento neurologico

Forma attenuata

Si presentano nei soggetti parzialmente immunizzati, nei lattanti nei primi 6 mesi di vita in cui è possibile riscontrare anticorpi materni, soggetti a cui è sono state somministrate immunoglobuline a scopo profilattico.

Caratteristiche:

  • febbre assente
  • mucositi solitamente assenti
  • esiguo numero di maculo-papule non confluenti

Morbillo – Diagnosi

Difficile da fare nella fase prodromica della malattia. Nella fase esantematica la diagnosi è agevole.

Esami di laboratorio

  • Emocromo con formula leucocitaria: leucocitosi nella fase prodromica; leucopenia e linfocitosi relativa nella fase esantematica; talvolta piastrinopenia come conseguenza di una reazione autoimmunitaria indotta dal virus.
  • Comparsa di IgM specifiche dopo 2 giorni dalla comparsa dell’esantema fino a 6 settimane. Le IgG  dimostrano un precedente contatto e una conseguente immunizzazione nei confronti del virus a vita. Entrambe le Ig vengono rivelate mediante ELISA.
  • La presenza del virus può essere dimostrata nello striscio faringeo, nel liquido cefalo rachidiano e in circolo mediante RT-PCR (Reverse Transcriptase-Polymerase Chain Reaction).

Morbillo complicanze

A carico dell’apparato respiratorio

  • Otite (presenza di secrezioni, timpano iperemico, edematoso)
  • laringite stenosante (o croup) e tracheite: dispnea, afonia, stridore respiratorio, insufficienza respiratoria
  • broncopolmonite batterica e polmonite interstiziale: rientri toracici inspiratori, tachipnea e dispnea.

A carico del sistema nervoso

  • encefalite acuta e subacuta: la forma acuta si presenta dopo 2-7 giorni dalla comparsa dell’esantema. Si presenta con i classici segni di irritazione meningea, febbre elevata, confusione mentale e obnubilamento del sensorio; è una forma demielinizzante e può causare paresi, paralisi a carico degli arti, atassia.
  • panencefalite sclerosante subacuta: compare a distanza di 5-8 anni ed è dovuta alla persistenza del virus a livello del sistema nervoso centrale con lesioni degenerative a carico dei neuroni e degli oligodendrociti. Si presenta con disturbi psichici, decadimento della memoria, manifestazioni motorie quali spasmi, mioclonie fino alle convulsioni.

A carico dell’apparato visivo

  • ulcere cornali, opacizzazione e perforazioni corneali
  • cecità: si manifesta a distanza di tempo come conseguenza delle lesioni corneali sopra citate.

A carico dell’apparato gastro enterico

  • stomatite
  • diarrea
  • malnutrizione (causa soprattutto carenza di Vitamina A)

Altre Complicanze

  • cardiache
  • ematologiche: porpora piastrinopenica (genesi autoimmune) e linfoadenite mesenterica
  • appendicite acuta: si presenta con dolore addominale fino al quadro di addome acuto.

Morbillo – Terapia

La malattia è autolimitante nel paziente immnuocompetente e autorisolutiva nella maggioranza dei casi.

Non esiste una terapia specifica tuttavia, il virus, è sensibile in vitro alla ribavarina.

Il trattamento sintomatico consiste nella somministrazione di antipiretici e antitussigeni.

Importante la somministrazione di Vitamina A soprattutto in pazienti defedati, con lesioni oculari e portatori di Fibrosi cistica.

  • Assicurarsi dello stato di nutrizione e idratazione di liquidi (soprattutto in caso di diarrea e presenza di ulcere orali).
  • In caso di lesioni oculari: pulizia delle ulcere corneali e somministrazione di pomata oftalmica a base di tetraciclina 1% tre volte al dì per 7 giorni. Impiego di vitamina A per favorire il recupero e prevenire il rischio di opacizzazione corneale.
  • Antipiretici: Paracetamolo (NB: no aspirina perché alto rischio di sindrome di Reye nei bambini affetti da patologie virali).
  • Terapia antibiotica in caso di polmonite e otite.
  • Ribavirina nei pazienti immunocompromessi e nei casi di encefalite acuta. Tuttavia non è stata dimostrata scientificamente l’efficacia del trattamento in vivo.

Morbillo – Prevenzione

Viene effettuata mediante immunizzazione passiva e attiva.

Immunizzazione passiva

Vengono somministrate immunoglobuline, solitamente entro 6 giorni dall’esposizione. Indicate nei bambini di età inferiore a 1 anno, donne gravide non immuni, immunocompromessi, bambini affetti da HIV anche se vaccinati.

 

Immunizzazione attiva (vaccino)

consiste nella somministrazione di virus attenuato (ceppo attenuato Schwarz) ottenuto mediante coltivazione su cellule embrionali di pollo. Per questo la vaccinazione può determinare reazioni avverse nei pazienti con anamnesi positiva per allergie alle proteine dell’uovo. La vaccinazione non è controindicata in questi casi, ma si presterà maggiore attenzione e precauzione.

Effetti avversi si presentano anche nei pazienti allergici all’antibiotico neomicina (presente all’interno del vaccino).

Il vaccino è somministrato secondo due formulazioni:

  • trivalente costituito da ceppi attenuati di virus del morbillo, pertosse e rosolia (MPR)
  • monovalente costituito dal ceppo attenuato del morbillo

Indicazioni:

  • bambini a partire dal 12 mese di vita (primo vaccino); richiamo tra il 6° e il 14° anno.

Controindicazioni:

  • donne in gravidanza
  • soggetti affetti da deficit dell’immunità cellulo mediata (i pazienti HIV positivi devono comunque essere vaccinati se il numero di linfociti non è inferiore al 15% del totale)

 

BIBLIOGRAFIA

  1. http://www.epicentro.iss.it/problemi/morbillo/morbillo.asp
  2. https://it.wikipedia.org/wiki/Morbillo
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