Ipossia

Definizione di Ipossia

L’ipossia (PaO2<60mmHg) é una condizione nella quale la scarsità di ossigeno ripercuote i suoi effetti su ogni processo cellulare e sistemico che richieda l’impiego di energia, provocando un danno al tessuto correlato alla durata dello stesso evento ipossico. La situazione nella quale la disponibilità di ossigeno risulta nulla e non soltanto diminuita si definisce anossia.

Epidemiologia dell’Ipossia

Si tratta di una condizione costituzionalmente diffusa tra quelle popolazioni che vivono in alta montagna o per chi passa un periodo di parecchi mesi o anni in questi luoghi poveri di ossigeno. Condizioni ipossiche locali si osservano nei pazienti con patologie quali aterosclerosi, angina, infarto ed esiti di trauma.

Fisiopatologia dell’Ipossia

Tipologie di ipossia

  • Ipossia ipossica: provocata dalla scarsità di ossigeno nell’aria circostante, come accade in alta quota.
  • Ipossia stagnante: può essere dovuta al ristagno del sangue in un tessuto a monte di una ostruzione che ne impedisce il deflusso, provocandone in questa maniera il progressivo impoverimento in nutrienti ed ossigeno senza opportunità di rinnovo del flusso, come accade nelle ischemie (v. ipossia ischemica) oppure negli edemi.
  • Ipossia anemica: si verifica nei casi di alterato trasporto dell’ossigeno ematico dovuti a condizioni anemiche, da quelle puramente morfofunzionali (anemia falciforme ecc..) a quelle emorragiche.
  • Ipossia istotossica: viene rilevata quando si presenta un alterato scambio di ossigeno tra il sangue ed il tessuto ricevente, questo può accadere per un’alterazione tossica meramente tissutale (presenza di cianuro o di arsenico che impediscono la captazione di ossigeno) o relativa ad un mancato rilascio da parte dell’emoglobina (avvelenamento da monossido di carbonio).
  • Ipossia ischemica: collegata ad una alterazione strutturale di uno o più vasi sanguigni che servono un dato tessuto i quali andando incontro ad ostruzione parziale o totale forniscono meno sangue rispetto alla normale portata del tessuto stesso.

Alterazioni citologiche prodotte dall’ipossia

  • Diminuita sintesi di ATP: che impedisce alla cellula il normale svolgersi della sintesi proteica e dell’attività della pompa sodio potassio.
  • Accumulo di acido lattico: che rende il pH intracellulare sempre più acido stimolando tutte le reazioni che avvengono prevalentemente in questa condizione (v. rilascio di enzimi litici dai lisosomi).
  • Steatosi: che a lungo andare provoca accumulo intracellulare di grassi.
  • Morte cellulare: si avvia proprio grazie a tutti i processi di cui sopra ed anche altri collegati tra loro in una reazione a catena che culmina con la morte della cellula; uno degli eventi principali che conducono alla morte cellulare é la perdita della compartimentalizzazione delle membrane provocata dal loro cedimento funzionale (perdita dei gradienti) e strutturale (scompaginazione delle membrane).

Alterazioni cliniche prodotte dall’ipossia

  • Policitemia secondaria: avviene per produzione aumentata di eritrociti nel midollo osseo dovuta al rilascio renale di eritropoietina, può contribuire all’ipertrofia cardiaca a lungo termine provocando l’effetto del “sangue spesso” (sangue più denso della norma, quindi con ematocrito aumentato, v. ipertrofia cardiaca).
  • Aumento della gittata cardiaca: tenta di sopperire alla mancanza di O2 con l’aumento della velocità di flusso ematico, può però a lungo termine provocare stati ipertrofici cardiaci (v. ipertrofia cardiaca).
  • Aumento della profondità e del ritmo del respiro: é l’evento iniziale di compenso dell’ipossia, comporta un aumento della ventilazione, ma anche un aumento dell’eliminazione della CO2 che provoca una alcalosi metabolica temporanea tamponata entro pochi giorni dall’eliminazione renale di ioni HCO3- (v. schema).
  • Variazione della perfusione tissutale: permette di portare il maggior flusso sanguigno agli organi che ne hanno più bisogno come il cervello e ridurlo a quelli che ne richiedono meno come la cute (v. cianosi).

Segni e sintomi di ipossia

  • Acidosi metabolica: dovuta all’eccessivo impiego sistemico della glicolisi anaerobia con accumulo di acido lattico.
  • Cianosi: dovuta alla riduzione della perfusione cutanea.
  • Tachicardia: espressione cardiaca dell’aumento della velocità del flusso ematico messo in atto dal cuore.
  • Ipertrofia ventricolare destra: dovuta all’aumento delle resistenze polmonari.
  • Diminuita funzionalità di rene e fegato: per una loro eccessiva diminuzione perfusiva.
  • Alterazioni del SNC: vertigini, irrequietezza, alterazione della coscienza e diminuita concentrazione, in alcune condizioni anche edema cerebrale dovuto ad eccessivo aumento della permeabilità dei capillari.

Ricordiamo comunque che i suddetti sono sintomi riscontrabili in una condizione a lungo termine o in condizioni ipossiche marcate.

Diagnosi di ipossia

La diagnosi risulta variegata a seconda della natura dell’ipossia (sistemica o locale).
Il Paziente presenta:
-Cianosi 
-Dispnea/Tachipnea
-Tachicardia
In stati ipossici di lunga durata presenta anche:
-Alterazioni del SNC: vertigini, irrequietezza, alterazione della coscienza e diminuita concentrazione, in alcune condizioni anche edema cerebrale dovuto ad eccessivo aumento della permeabilità dei capillari. 
-Ipertrofia ventricolare destra: dovuta all’aumento delle resistenze polmonari. 
-Diminuita funzionalità di rene e fegato: per una loro eccessiva diminuzione perfusiva.
Potremo impiegare per arrivare alla diagnosi:
-emogas 
-emocromo 
-VES 
-Spirografia e Pletismografia
Negli stadi avanzati:
Rx Torace
-EEG 
-Transaminasi 
-calcolo del VFG 
-Creatinina
Nel caso di forme ischemiche cardiache tra tutte la coronarografia si rivelerà fondamentale per la localizzazione del segmento colpito da ostruzione. Alcune forme ischemiche cerebrali sono rilevate grazie all’ecocolor-doppler dei vasi epiaortici, in generale l’ecocolor-doppler può essere impiegato per la diagnostica di vari vasi arteiosi di grosso calibro assieme all’arteriografia che è in grado di studiare anche vasi di dimensioni più contenute.

Terapia dell’ipossia

L’angioplastica percutanea con palloncino ed il bypass sono impiegati nel caso di patologie ischemiche specialmente cardiache. L’utilizzo dell’ossigenoterapia in camera iperbarica é utile al fine di facilitare la disponibilità di ossigeno al tessuto interessato come nel caso di quelle patologie che ne possono limitare l’utilizzo da parte del tessuto come l’avvelenamento da monossido di carbonio, l’embolia gassosa, ulcerazioni e stati necrotici da insufficienza arteriosa e venosa. L’impiego della camera iperbarica (“culla iperbarica”) avviene anche nel caso di neonati prematuri per agevolare lo sviluppo respiratorio. L’impiego della ossigenoterapia ha però degli effetti collaterali nel caso di errata somministrazione che può portare ad avvelenamento da O2, nel neonato pretermine può causare una fibrosi retrolenticolare che lo può condurre alla cecità, é poi una terapia fortemente controindicata in caso di preesistenti patologie neoplastiche, pneumotorace ed enfisema bolloso.

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