Fascia Plantare  Definizione: La fascia plantare è una resistente aponeurosi che origina dal processo mediale della tuberosità del calcagno e si divide in una banda mediale, una centrale ed una laterale. La fascia si fonde con il piano flessorio distalmente ed ha connessioni con la porzione plantare delle dita. La banda centrale è la più spessa, la banda laterale ricopre il muscolo abduttore breve delle dita e la banda mediale ricopre il muscolo abduttore dell’alluce.

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Fascia Plantare

 

Fascite Plantare Definizione: Si definisce fascite plantare, una sindrome dolorosa inserzionale della fascia plantare e delle strutture perifasciali, spesso conseguente a continui microtraumatismi, che riduce la qualità della vita quotidiana dei pazienti che ne sono affetti e può portare ad inabilità.

Fascite Plantare Epidemiologia: 9-10% di tutte le patologie del piede, M = F, insorgenza 40-60 aa.

  • Riscontro in attività come la corsa, i salti o la marcia.
  • Bilaterale in 1 caso su 3.
  • Rappresenta la causa più comune di dolore del calcagno.

 

Fascite Plantare Eziologia:

Fattori intrinseci (difetti di appoggio del piede)

  • Pronazione articolazione sotto-astragalica
  • Piede piatto // cavo
  • Eccessiva torsione laterale tibiale
  • Eterometria arti inferiori
  • Rigidità del tendine Achilleo

 

Fattori estrinseci

  • Sovraccarico funzionale
  • Uso di calzature incongrue
  • Occupazioni che richiedono prolungata stazione eretta

 

Fascite Plantare Algoritmo Diagnostico

Valutazione clinica: anamnesi ed esame obiettivo

Valutazione strumentale: Rx, ecografia (powerdoppler) e Risonanza Magnetica

(PS: La RM solo per un approfondimento diagnostico)

 

Fascite Plantare Valutazione clinica:

Anamnesià I pz descrivono questo dolore alla mattina, dopo essersi alzati dal letto o dopo un periodo di inattività. Riferiscono che il dolore diminuisce dopo aver camminato per un po’. Possiamo dire che è un tipo di dolore tipico: dolore al primo passo del mattino, che scompare con la giornata e ricompare alla fine della giornata con la stanchezza. Tale peculiarità permette di distinguere questa patologia da altre che affliggono il piede.

 

EO = Dolore alla pressione digitale della fascia plantare lungo tutto o parte del suo decorso.

Riscontro di piede piatto o piede cavo.

Restringimento dell’inserzione del tendine di Achille e/o restringimento della banda mediale della fascia plantare.

 

Valutazione strumentale:

Rx = SPINA CALCANEARE: modificazione degenerativa innescata dai microtraumi ripetuti a carico dell’inserzione della fascia plantare sul calcagno, che va incontro a microlacerazioni provocando una periostite.

Ecografia = Spessore della fascia; ecogenicità e morfostruttura della fascia (0-3 gradi); vascolarizzazione (0-4 gradi)

 

Fascite Plantare Diagnosi Differenziale:

  • fratture da stress del calcagno
  • neuropatie da intrappolamento (tunnel tarsale e neuropatia dell’abduttore V dito)
  • patologia miofasciale del primo strato della pianta
  • dolori irradiati (radiculopatia di L4)
  • aumento della pressione intraossea del calcagno

 

Fascite Plantare Obiettivi della riabilitazione

  • Riduzione del dolore
  • Riduzione dell’infiammazione
  • Correzione delle alterazioni biomeccaniche

 

I livello di trattamento

Stretching della fascia plantare
L’allungamento della fascia plantare è ottenuto dorsiflettendo le dita, flettendo le MFT (metatarsofalangee) e allungando la fascia plantare.

(5 serie per 30 esecuzioni al gg, tensione di 30 sec) 1 serie da 30 esecuzioni x 5 volte

Poi

-Massaggio con ghiaccio

-Massaggio trasverso profondo

-Ortesi (soletta e plantare che devono essere delicate e adatte per il grado di cavo o piatto del piede)

 

II livello inserimento di energie fisiche (se il dolore non diminuisce)

Laser Nd-YAG (3 a settimana per 3 settimane)

Laser principio di vasodilatazione che permette di fare il washout di citochine nel sito infiammato.

Il trattamento va applicato lungo tutta la lunghezza della fascia plantare e permette di ottenere riduzione del dolore e riduzione infiammazione.

 

Farmaforesi (idroelettroforesi) si cerca di utilizzare i FANS e non i cortisonici.

(3 a settimana per 3 settimane)

Ci permette di far assorbire il farmaco fino ad 1 cm di profondità (tramite un gel specifico della macchina)

L’ idroelettroforesi è un sistema che utilizza correnti unidirezionali modulate in ampiezza a bassa frequenza; queste provocano la ionizzazione di molecole/macromolecole stabilizzate da un gel altamente specifico indispensabile per la conduzione elettrica, permettendo così un significativo assorbimento del principio attivo (parliamo di cm).

 

– Il ruolo terapeutico più importante spetta alle onde d’urto extracorporee focalizzate (3 sedute in totale, 1 a settimana per 3 settimane) [600 colpi (0.12-0.16mJ/mm2)]
Aumentano i livelli di endorfine (riduzione del dolore) e si ha riduzione dell’infiammazione per stimolo di rilascio di NO e aumento di VEGF.

Le onde d’urto inoltre determinano una vasodilatazione e, più in generale, un rimodellamento del tessuto in maniera tale che le spine ossee non vengano spezzate, ma solamente riassorbite.

 

VALUTAZIONI

-Scala VAS (soggettiva)
-Algometro di Fischer

-Eco e Rx di controllo
-Esame Bioposturale

Risultati Rx

Pz trattata con 3 sedute associate a farmaforesi (per diminuire l’infiammazione della fascia che era indurita ed edematosa)

Applicazioni sia sulla spina calcaneare sia su una calcificazione della parte postero-superiore (vedi figura)

 

Video YouTube sul trattamento con le onde d’urto : link

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