Lavarsi le mani è senza dubbio un gesto tanto semplice quanto importante, per tutti, ma se ci si trova in ambiente sanitario e si porta anche un camice, farlo con coscienza diventa un atto a dir poco doveroso.
La storia è sempre una grande insegnante e pochi non ricordano la figura del medico ungherese Semmelweis che riuscì a ridurre la mortalità puerperale nel suo reparto di Ginecologia ed Ostetricia dal 18% all’1,3% in meno di due anni, semplicemente invitando medici ed ostetriche che vi operavano a lavarsi le mani prima di entrare in sala. Eppure una recente indagine dell’Oms ha evidenziato come su più di 2000 strutture che si trovano in 69 paesi, solo circa il 65% ha un buon livello di promozione dell’igiene delle mani, mentre circa il 35% ha ancora un’attenzione inadeguata al problema. Ma c’è di più, infatti, sempre secondo l’OMS i morti per infezioni correlate all’assistenza in Europa sono circa 50.000 all’anno mentre in Italia, secondo il ministero della Salute si stima ogni anno si verifichino dalle 450.000 alle 700.000 infezioni in pazienti ricoverati ,il 30% circa delle quali prevenibili se gli operatori sanitari rispettassero le norme igieniche.
Si comprende quindi quanto sia importante sapere come e quando compiere questo gesto ed esistono delle linee guida internazionali che spiegano come farlo al meglio.
Prima di tutto si deve considerare che sulle nostre mani albergano due tipi di flora batterica, quella residente e quella transitoria.
-La flora residente ha una funzione protettiva, ma può causare infezioni se entra in contatto con siti corporei normalmente sterili come occhi o se riesce a penetrare attraverso la cute lesa.
-La flora transitoria è quella invece che si acquisisce durante il contatto diretto con i pazienti o con le superfici ambientali contaminate. Fanno parte della flora transitoria lo Staphylococcus aureus, l’Enterococcus faecium e , soprattutto negli ambienti ospedalieri, lo Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (MRSA) e l’ Enterococcus resistente alla vancomicina (VRE).
Entrando più nello specifico diversi sono i modi con cui possiamo lavare le nostre mani e, per ogni tipo di lavaggio, esistono specifiche modalità ed indicazioni.
Questi sono:
- Lavaggio sociale
- Lavaggio antisettico
- Lavaggio chirurgico
- Frizionamento con soluzione alcolica
Indice dei Contenuti
Il lavaggio sociale è quello che dovrebbero far tutti, medici, infermieri, addetti alla mensa e, non ultimo, lo stesso paziente.
A cosa serve Permette di allontanare fisicamente lo sporco e la maggior parte della flora transitoria della cute .
Quando va fatto Andrebbe eseguito dopo ogni contatto con il paziente, a fine e a inizio turno, prima e dopo aver usato i guanti.Spesso non ci si pensa, ma anche gli indumenti, la biancheria del letto, i mobili vicino al letto e altri oggetti nelle immediate vicinanze del malato possono essere contaminati . Nell’immagine sono messi in evidenza le sedi di maggior contaminazione per le mani di medici e infermieri.
Cosa si usa per il lavaggio sociale: si possono utilizzare i normali saponi che si trovano in commercio.
Come si fa: La durata non dovrebbe essere inferiore ai 40-60 secondi e si effettua così come mostrato in figura. Spesso si trascura la fase dell’asciugatura, che invece è altrettanto importante; assolutamente da evitare sono gli asciugamani, che invece si ritrovano ancora oggi in molti reparti,molto meglio utilizzare la carta assorbente. Sarebbe inoltre preferibile utilizzare rubinetti a gomito o a pedale per evitare l’errore che molti medici compiono ossia avvitare il rubinetto dell’acqua,ricettacolo di germi,con le mani appena lavate, vanificando l’efficacia di tutta la procedura; è buona norma invece utilizzare un fazzoletto anche per chiudere il rubinetto.
Lavaggio antisettico
Come si fa Rispetto al lavaggio sociale ha come uniche differenze la durata,che è di circa 2 minuti e la necessità di estendere il lavaggio anche ai polsi.
Lavaggio Chirurgico
Il lavaggio chirurgico è quello riservato a tutta l’equipe chirurgica
A cosa serve Fondamentale per prevenire le infezioni ospedaliere, permette di rimuovere la flora transitoria e residente da unghie, manie e avambracci e di inibire la loro crescita per l’intera durata dell’intervento.
Quando va fatto Prima di ogni intervento chirurgico.
Cosa si usa Detergente antisettico tipo iodio povidone o clorexidina,spazzole monouso sterili e telini sterili monouso per la fase dell’asciugatura.
Come si fa La procedura è piuttosto complessa e richiede necessariamente la presenza di rubinetti a gomito, nonché di una temperatura dell’acqua non inferiore né superiore a 37 gradi: a temperature inferiori si ha una vasocostrizione che impedisce la penetrazione dell’antisettico, mentre a temperature superiori si potrebbe avere un’eccessiva vasodilatazione con conseguente irritazione cutanea.
Questo tipo di lavaggio interessa non solo le mani ma si arriva fino a due dita al di sopra della piega del gomito, la durata non deve essere inferiore ai due minuti e si deve usare l’accortezza di procedere nel lavaggio in senso unico dalle mani ai gomiti.
Si procede poi a risciacquare prima le mani e dopo gli avambracci cercando di tenere le mani al disopra del livello dei gomiti per evitare che l’acqua dagli avambracci coli sulle mani.
Si passa poi alla pulizia delle unghie,che dovrebbero sempre essere corte e prive di smalto,spazzolandole per 30 secondi per mano. Dorso e avambracci non vanno spazzolati. Si risciacquano per una seconda volta mani e avambracci come precedente detto e infine si procede all’asciugatura un panno sterile: va asciugato prima ciascun dito, poi la restante parte della mano e infine l’avambraccio sino alla piega del gomito con movimento circolare evitando di ripassare dall’avambraccio alla mano.
Nel video si può vedere tutta la metodica in dettaglio.
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Frizionamento con soluzione alcolica
Frizionamento con soluzione alcolica rappresenta un’alternativa più comoda e veloce rispetto al lavaggio con acqua.
A cosa serve: Permette di eliminare la flora microbica transitoria e residente
Quando va fatto: andrebbe eseguito prima e dopo il contatto diretto con ogni malato, dopo la rimozione dei guanti non sterili,dopo il contatto con liquidi e le secrezioni corporee o in caso di medicazioni delle ferite. Inoltre, cosa che si dimentica spesso di fare, andrebbe eseguito anche quando, nell’assistere lo stesso malato, si passa da una sede del corpo contaminata a una pulita.
Cosa si usa: generalmente in ogni stanza di ospedale ci dovrebbe essere un dispenser contenente una soluzione idroalcolica al 60-80% di alcol (in genere etanolo o isopropanolo associato a sostanze emollienti e protettivi per la cute delle mani) sotto forma di gel.
Come si fa: Si esegue come descritto in figura. La durata complessiva di circa 30-40 secondi fino a completo assorbimento del gel che non richiede l’uso di carta.
Conclusioni
In conclusione possiamo dire che, senza alcun dubbio, le mani possono rappresentare una delle principali vie di trasmissione di germi se non si presta attenzione alla loro pulizia, e che non lavarle può trasformare il medico in un vero e proprio untore. Quindi è bene sapere quando e come compiere questo piccolo gesto perché, come recita lo slogan della campagna promossa dal Ministero della Salute per diffondere le Linee guida dell’Oms sull’igiene delle mani nell’assistenza sanitaria
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