L’obesità infantile è uno dei più importanti problemi globali di salute dei bambini del nostro secolo.
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obesità infantile – Epidemiologia
Secondo i dati forniti dalla World Health Organization (WHO), a livello globale, nel 2010, il numero di bambini con meno di 5 anni in sovrappeso è stato stimato pari a 42 milioni, e circa 35 milioni di questi vivono nei Paesi Sviluppati.
Obesità infantile – Eziologia
L’obesità infantile si distingue in:
- ESSENZIALE (95-98%): il bambino mangia di più di quanto consuma. Un fattore clinico che ci fa sospettare la presenza di una forma essenziale di obesità è la statura: di solito infatti i bambini obesi tendono anche ad accrescersi di più in altezza, perché l’insulina in essi circolante funge da ormone dell’accrescimento. E’ dovuta ad una probabile predisposizione genetica, con possibile polimorfismo, per un totale di 24 polimorfismi che predispongono allo sviluppo dell’obesità ma sui quali poi devono andare ad agire fattori ambientali (abitudini alimentari scorrette, sedentarietà);
- MONOGENICA: sono descritti al momento solo 7 geni che la determinano: quello della leptina (ormone rilasciato dal tessuto adiposo in risposta al deposito in esso degli acidi grassi; è induttore della sazietà, quindi la sua carenza determina polifagia; descritto in una famiglia pakistana), del recettore della leptina (descritto in una famiglia turca; sia tale deficit che il precedente determinano anche una pubertà tarda, perché sembrerebbe che la leptina agisce anche sull’asse ipotalamo-ipofisi-gonade), della pro-ormone convertasi 1, della propiomelanocortina (pazienti con i capelli rossi per deficit di melanina e insufficienza surrenalica), del recettore della melanocortina 4 e del CART (Cocaine and Amphetamine Related Transcript);
- SECONDARIA (2-5%): il più delle volte si tratta di bambini con bassa statura e obesi; le cause da escludere sono: malattie endocrine (ipotiroidismo, Cushing, pseudoipoparatiroidismo, deficit di GH), lesioni ipotalamiche (trauma cranico, craniofaringioma, malformazioni vascolari, infezioni), sindrome genetiche (s. di Prader-Willi con obesità estrema e grave iperfagia, acondroplasia, s. di Down, di Cohen e di Alstrom), farmaci (cortisonici, antiepilettici [ac. valproico: Depakin], insulina, anti-tiroidei), immobilità (spina bifida, paralisi cerebrale).
Richiami di fisiologia
Il tessuto adiposo si è scoperto essere un vero e proprio organo endocrino, perché produce tutta una serie di molecole che inducono uno stato pro-infiammatorio, già presente in epoca infantile e quindi a rischio di determinare una malattia cardio-vascolare precoce (diabete, aterosclerosi, ipertensione precoci, nei giovani adulti).
Tra le sostanze prodotte dal tessuto adiposo ricordiamo:
- leptina (funzioni neuroendocrine, assunzione di cibo, spesa energetica, pubertà);
- TNF-alfa, TGF-beta, IL-6 e IL-8;
- PAI-1 (regolatore della fibrinolisi);
- angiotensinogeno (regolatore della pressione arteriosa);
- metallotionina (antiossidante);
- proteina stimolante l’acilazione (clearance dei trigliceridi);
- proteina agouti (antagonista della melanocortina [MSH], che è un induttore dell’appetito, dell’eccitazione sessuale e della sintesi di melanina);
- adiponectina (anti-infiammatorio, modulazione dell’adesione endoteliale);
- resistina (insulino-resistenza e diabete di tipo 2).
Obesità infantile – Fattori di rischio
- Storia familiare di obesità (fattori predisponenti genetici)
- basso livello socio-economico (cattiva alimentazione, minore cura della scelta degli alimenti)
- eccessivo consumo di grassi, proteine animali, e carboidrati (in Italia: c’è un’iperalimentazione con carboidrati che determinano uno stato di insulino-resistenza ed eventualmente obesità se c’è l’aumento del BMI)
- figlio unico, genitore unico, sedentarietà, eccessivo tempo davanti alla TV, scarse ore di sonno (è stato dimostrato anche nei lavoratori notturni; il problema principale è l’iperalimentazione che gli si associa, perché la stanchezza dovuta alle poche ore di sonno viene combattuta con l’iperalimentazione).
obesità infantile – Complicanze
La condizione di obesità infantile predispone il bambino ad un rischio aumentato di morte prematura e di malattie e disabilità nella vita adulta. Le più significative conseguenze del sovrappeso e dell’obesità infantile, che spesso si manifestano concretamente solo nell’età adulta, sono:
- malattie cardiovascolari (soprattutto infarto cardiaco)
- diabete
- disordini muscolo-scheletrici come per esempio l’artrite
- alcune forme di cancro (endometrio, seno, colon)
obesità infantile – Diagnosi
Anamnesi
inizia con l’esecuzione di un’anamnesi completa, volta ad escludere le forme secondarie di obesità. Va chiesta l’epoca di comparsa del sovrappeso e l’incremento ponderale/anno; vanno ricercati quadri patologici correlati come la LLA, traumi, interventi chirurgici, problemi affettivi, assunzione di farmaci (cortisonici, acido valproico), rendimento scolastico scarso (ritardo mentale? In questo caso si devono escludere quadri sindromici; un esempio è la s. di Prader-Willi che è caratterizzata da ritardo mentale e ipotonia alla nascita, ma soltanto la presenza di ipotonia neonatale giustifica l’esecuzione del test genetico per la diagnosi di malattia!).
Esame Obiettivo
All’esame obiettivo si ricercano i segni dello sviluppo puberale e il criptorchidismo per escludere forme secondarie di obesità (v. sindrome di Prader-Willi), l’ipertricosi, l’irsutismo e l’irregolarità dei cicli mestruali per escludere forme secondarie a PCOS, segni di ipotiroidismo, distribuzione del tessuto adiposo (v. Cushing), achantosis nigricans (strie nerastre cutanee, soprattutto nella regione del collo, indotte dall’aumentata produzione di insulina e il relativo stato di insulino-resistenza), i dismorfismi facciali per escludere particolari quadri sindromici (v. Prader-Willi: sindrome complessa con obesità e bassa statura, faccia a luna, iperfagia, ritardo mentale, criptorchidismo e ipotonia alla nascita; Down: eccesso ponderale e bassa statura, con displasia e ridotto accrescimento; Cushing: facies a luna piena, pletora facciale, collo a gibbo di bufalo per accumulo lipidico, addome voluminoso attraversato da strie rubre), la spina bifida (riduce la motilità e quindi, aldilà della motilità della persona ciò che conta nel determinare obesità è lo scarso movimento fisico svolto).
Indice di Massa Corporea
Uno dei parametri di riferimento per valutare lo stato di salute/benessere di una persona e anche dei bambini è l’Indice di Massa Corporea (BMI: body mass index). Questo dato biometrico valuta lo stato di salute dell’individuo mettendo in rapporto l’altezza dell’individuo con il quadrato dell’altezza (in metri). Dato che nell’infanzia e nell’adolescenza il BMI si caratterizza per una notevole variabilità legata soprattutto al sesso e all’età, a livello internazionale si considerano le tabelle dei percentili proposte da Cole e collaboratori:
- sottopeso: inferiore al 5° percentile
- normale: dal 5° all’85° percentile
- a rischio di sovrappeso: dall’85° al 95° percentile
- sovrappeso: superiore al 95° percentile.
Obesità infantile – Prevenzione e terapia
Il problema dell’obesità infantile è particolarmente evidente nei Paesi Sviluppati e negli USA. Proprio negli USA è iniziata nel Febbraio 2010 un’importante iniziativa portata avanti dalla First Lady Michelle Obama: la campagna “Let’s Move: America’s move to raise a healthier generation of kids”.
La First Lady ha lanciato la campagna il 9 Febbraio 2010 dando forza a queste parole:
“The physical and emotional health of an entire generation and the economic health and security of our nation is at stake.”
(“La salute fisica ed emotiva di un’intera generazione e la salute economica e la sicurezza della nostra Nazione è a repentaglio.”)
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=2oBeuSCfGeg]
La campagna “Let’s Move” ha lo scopo di sensibilizzare ed educare i bambini, i genitori, le famiglie, la società, affinchè già dai primi anni di vita i bambini intraprendano uno stile di vita e delle abitudini alimentari salutari.
Per far questo è necessario istruire i genitori su quelli che sono le più adeguate abitudini alimentari per i bambini, garantendo la presenza di cibi sani nelle scuole e nelle strutture pubbliche, aiutando i bambini a dedicarsi allo sport e all’attività fisica.
Sicuramente l’obiettivo dell’iniziativa “Let’s Move” è ambizioso perché mira a modificare radicalmente il pensiero e le abitudini di vita di un’intera società, come quella Statunitense, modello della globalizzazione mondiale e radicata nell’etica dei Fast Food e dello Junk Food (cibo spazzatura).
La First lady è direttamente coinvolta nel perseguire questo obiettivo e sul sito internet dell’iniziativa è possibile trovare numerose informazioni su come organizzare la dieta per i bambini, su quale tipo di alimenti preferire. La campagna chiama a raccolta e mira a sensibilizzare non soltanto i bambini ma anche tutte quelle figure adulte che con i bambini hanno direttamente dei rapporti o che hanno il compito di amministratori della società: i genitori, le organizzazioni scolastiche, i rappresentanti della vita amministrativa, gli chef.
Link consigliato: http://www.letsmove.gov/action
progetto “MiVoglioBene”
Anche in Italia il problema dell’obesità infantile ha spinto la Società Italiana di Pediatria (SIP), la Società di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) e il Ministero della Salute a creare il progetto “MiVoglioBene”, che individua 10 azioni di prevenzione primaria, da attuare sin dai primi giorni di vita dei bambini.
- Allattamento: allattare al seno almeno sei mesi, se possibile fino ai dodici mesi. L’allattamento materno è la prima occasione per realizzare una corretta educazione alimentare.
- Svezzamento: introdurre alimenti e bevande complementari al latte materno, ad eccezione dell’acqua, dopo i sei mesi compiuti.
- Apporto proteico limitato: controllare l’introito di proteine per i primi due anni di vita. Evitare il formaggio grattugiato nelle pappe fino a 1 anno. Non superare i 20 g. di carne o formaggio e i 30 g. di prosciutto.
- Bevande caloriche: evitare da zero a sei anni tè istantaneo, tè deteinato, tisane, succhi di frutta, soft drink, acqua zuccherata.
- Biberon: sospendere entro i 12-24 mesi il suo utilizzo. Dopo i 12 mesi il rischio di sovrappeso aumenta del 3% per ogni mese di uso del biberon. Il biberon non favorisce una corretta regolazione del senso di sazietà. E’ a rischio la salute dentale.
- Mezzi di trasporto: a tre anni abbandonare l’uso del passeggino. Limitare l’abitudine di portare il bambino sul carrello della spesa. Privilegiare l’abitudine di andare a scuola a piedi.
- Controllo del BMI: a partire dai due anni controllare ad ogni visita dal pediatra la curva del Body Mass Index (BMI o Indice di Massa Corporea). Tenere d’occhio l’EAR, “early adiposity rebound”, indicatore del precoce aumento dell’adiposità e quindi di sovrappeso futuro.
- Sedentarietà: far muovere il bambino il più possibile sin dai primi mesi di vita. Evitare di tenerlo troppo seduto, non mettere il bambino davanti alla televisione prima dei due anni, dopo i due anni non superare le otto ore a settimana di TV/videogiochi, quando mangia o compie altre attività spegnere la televisione.
- Giochi: regolare e incentivare i giochi di movimento adatti alle varie età del bambino.
- Porzioni corrette: preparare il piatto con la “taglia” di alimento idonea all’età del bambino. La porzione giusta è riportata nell’Atlante Fotografico delle Porzioni Alimentari che indica tre porzioni crescenti: “small”, “medium”, “large”.
Numerose sono altre iniziative italiane che hanno lo scopo di sensibilizzare al problema dell’obesità infantile: per esempio il 12 maggio sarà organizzata a Roma la “Charity Run- Race for Children”. Lo slogan dell’iniziativa è: “L’obesità infantile è un problema da abbattere di corsa”.
http://sip.it/per-i-genitori/charity-run-race-for-children
Obesità infantile – performance cognitiva
Uno studio pubblicato recentemente su ‘Pediatrics’ condotto dalla New York School of Medicine ha studiato 111 adolescenti tra i 14 e i 20 anni d’età, 49 dei quali affetti da sindrome metabolica (presenza di glicemia a digiuno elevata, ipertensione arteriosa, ipertrigliceridemia, ridotto colesterolo HDL).
Lo studio ha concluso che gli adolescenti con sindrome metabolica mostrano una riduzione della performance cognitiva e alterazioni strutturali encefaliche rispetto ai coetanei sani.
Lo studio ha evidenziato una ridotta dimensione del volume ippocampale e un aumento della quantità del liquido cerebro-spinale nei bambini con sindrome metabolica piuttosto che in quelli sani.
La valutazione delle performance cognitive è stata effettuata tramite test neuropsicologici standardizzati, con misurazione di funzione intellettiva globale, di capacità mnemoniche e di efficienza psicomotoria. Le misurazioni strutturali (volume ippocampale, del liquido cerebro-spinale, della regione dorso laterale prefrontale, integrità micro-strutturale della sostanza bianca) sono state effettuate con la RM.
Sebbene siano necessari ulteriori trials per definire con chiarezza il rischio di deficit cognitivo nei giovani adolescenti con sindrome metabolica, questi risultati impongono ai pediatri una maggiore attenzione nei confronti delle performance intellettive dei loro pazienti affetti da sindrome metabolica, e forniscono una ragione in più per sensibilizzare sull’importanza dell’educazione alimentare gli adolescenti e i loro genitori.