Ogni buon otorinolaringoiatra dovrebbe conoscere le caratteristiche e l’anatomia del nervo facciale (VII), non solo per la sua estensione ma anche per la sua vulnerabilità. Essa è dovuta alla natura del suo decorso attraverso strutture anatomiche sedi di processi di natura infettiva (es.: sindrome di Ramsay Hunt), flogistica, neoplastica e traumatica.

Funzioni del nervo facciale

  • Motoria
  • sensitiva (condotto uditivo esterno e parte della conca);
  • sensoriale (gusto, pilastri palatini…);
  • vegetativa (secretoria).

Anatomia del nervo facciale

Ricordiamo che fa emergenza scomposto dalla fossetta retrolivare in 2 distinte parti:

1. nervo faciale propriamente detto (medialmente):

  • principalmente fibre motrici somatiche: originano dal nucleo del nervo faciale, situato nella callotta del ponte; destinate a => muscoli pellicciai o mimici di testa e collo, ventre posteriore del digastrico, stilo-joideo, stapedio, elevatore del velo palatino e dell’ugola)
  • in quota minore, fibre pregangliari del parasimpatico encefalico: originano dal nucleo lacrimatorio dello Yagita (anch’esso nella callotta del ponte) e sono destinate al ganglio sfeno-palatino del Meckel per l’innervazione eccitosecretrice delle ghiandole lacrimali, nasali e palatine.

2. nervo intermedio del Wrisberg  o faciale bis (lateralmente):

  • fibre sensitive somatiche (cute dell’orecchio esterno);
  • fibre sensitive specifiche del senso del gusto: destinate ai calici gustativi posti sulle papille fungiformi dei 2/3 anteriori della lingua; INVECE la radice al di dietro della “V” linguale è innervata dal glossofaringeo)
  • fibre pregangliari parasimpatiche: originano dal nucleo salivatorio superiore del Kohnstamm e sono dirette ai gangli sottomandibolare e sottolinguale per l’innervazione eccitosecretrice delle due ghiandole omonime, oltre a quelle quelle della lingua).

Decorso del nervo faciale

  1. segmento intracranico: circa 25 mm e va dalla fossetta retrolivare o angolo pontocerebellare (la zona del neurinoma dell’VIII) al meato acustico interno (VII e VIII sono insieme in un unico pacchetto acustico-faciale);
  2. segmento meatale: attraverso il meato acustico interno nel condotto uditivo interno; nota: Da qui in poi qualunque lesione dà paralisi poiché ci troviamo a valle dei nuclei, dove c’è l’incrociamento delle fibre anche contro laterali.
  3. porzione intratemporale: passaggio del faciale all’interno del canale osseo del faciale o acquedotto del Falloppia
  4. segmento labirintico => termina a livello del primo ginocchio del faciale; qui presenta il ganglio genicolato; nota: a livello del primo ginocchio origina il nervo grande petroso superficiale (ramo del faciale propriamente detto), si porta sulla faccia antero-superiore della piramide dell’osso temporale (ricoperto dalla dura madre) => esce dal cranio attraverso il foro lacero => immediatamente si fonde con il nervo petroso profondo del plesso carotico interno (dell’ortosimpatico), formando il nervo vidiano (o del canale pterigoideo) => percorre l’omonimo canale all’interno dello sfenoide => ganglio sfeno-palatino del Meckel => innervazione eccito-secretrice delle ghiandole lacrimali, nasali e palatine (come già detto). Nell’ultima situazione si tratta della funzione vegetativa del faciale.
  5. segmento timpanico => orizzontale di circa 1 cm, va dal ganglio genicolato al processo (o eminenza) piramidale, una piccola prominenza ossea che contiene al suo interno il muscolo stapedio, al quale il faciale lascia un suo ramo
  6. segmento mastoideo => subito dopo il processo piramidale, il decorso del nervo facciale si fa di nuovo verticale (secondo ginocchio), scendendo nel canale mastoideo fino al forame stilo-mastoideo; prima della fuoriuscita, emette un collaterale a livello della cassa timpanica: la corda del timpano (ricordiamo vettrice della sensibilità gustativa). N.B.: negli interventi per otosclerosi, nei quali è possibile trovarsela come intralcio, alcuni chirurghi la tagliano di prima intenzione => il paziente accuserà una ageusia (perdita del senso del gusto) nell’emilingua corrispondente al lato lesionato.
  7. porzione extracranica: il nervo facciale fuoriesce dal foro stilo-mastoideo
  8. porzione pre-parotidea (< 2cm) => rami per i muscoli retro-auricolari, auricolare superiore, stilo-ioideo (apofisi stiloide => osso ioide) e ventre posteriore del digastrico (una sua lesione dà caratteristicamente il segno di Schultze => invitando il pz ad aprire la bocca, si noterà alla base del lato leso un leggero abbassamento dell’emilingua rispetto al lato sano);
  9. porzione parotidea => una volta all’interno della parotide, il nervo faciale si divide in 2 tronchi principali, a “V” ed in  avanti:
  • tronco temporo-faciale (più voluminoso) verso l’alto, emette:
    1. rami temporali;
    2. rami frontali;
    3. rami palpebrali;
    4. rami zigomatici (destinati ai muscoli piccolo e grande zigomatico);
    5. rami buccali superiori.
  • tronco cervico-faciale (più esile) verso il basso:
    1. rami buccali inferiori;
    2. rami mentonieri (nervo marginalis mandibulae);
    3. rami cervicali (destinati al muscolo platisma).

Nota: IMPORTANTE DURANTE INTERVENTI CHIRURGICI QUALI LA PAROTIDECTOMIA, ANDARE AD EVIDENZIARE IL DECORSO DEL FACIALE, DALLA PUNTA DELLA MASTOIDE IN POI, PER AGEVOLARE L’OPERAZIONE ED EVITARE SPIACEVOLI INCONVENIENTI.

N.B.: LA DISTRIBUZIONE DEI SINGOLI RAMI SUCCESSIVI AI 2 TRONCHI PRINCIPALI PUO’ ESSERE ESTREMAMENTE VARIABILE.

Tests diagnostici

per chiarire a quale livello si trovi la lesione del nervo facciale.

 

 

 

 

 

 

ANASTOMOSI DI PONS-TORTELLA

Operando la parotide, è capitato (possibile con rami molto piccoli) che venga tagliato il ramo del nervo facciale destinato, ad es., al labbro superiore. In questo caso ci dovremmo aspettare una paralisi del labbro superiore; in realtà, è stato visto, in seguito a dissezioni anatomiche ripetute, che esistono delle anastomosi che vanno orizzontalmente tra i vari rami. Quindi, in caso di lesione di uno dei rami, può essere possibile mantenere la motricità della zona interessata grazie a questa rete.
In particolare, pare che nel volto umano vi sia un complicato plesso nervoso misto, il quale renderebbe possibile una comunicazione tra i sopracitati rami terminali del nervo facciale (VII) e quelli  del nervo vestibolare o buccale (trigemino – V). Tale comunicazione sarebbe dovuta al CBN (communicating buccal nerve).

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