A cura di: Angelo Chiriacó
Il delirio (“uscire dal solco”) è da riscontrarsi nella ferma convinzione del paziente in fatti realmente non condivisibili. Il delirio in genere diviene manifesto in alcuni punti estremamente arbitrari del racconto del paziente, nonostante la sua ferma convinzione in ciò che affermano. Molti deliri hanno un fondo di verità che li genera, ma su questa verità si soppalca una struttura delirante imponente e convincente in maniera raramente improvvisa, più spesso gradualmente con evoluzioni sempre più ardite di idee e teorie proprie.
Il paziente avvia la fase iniziale del delirio con delle perplessità in riferimento a fatti reali che segue; in pratica egli opera una sospensione del giudizio su un determinato accaduto che gli permette di fermarsi e riflettere sulla possibilità che dietro a quell’evento reale si possa nascondere altro; dopo un certo periodo il paziente è colpito da una illuminazione che d’improvviso gli fa credere di avere una sua verità, la quale per lui è assoluta, ma per tutti gli altri risulta non condivisibile. Se questa nuova illuminazione e questa nuova verità non riescono a “saturare” il bisogno del paziente si avvia una seconda fase nella quale egli amplia geograficamente l’area della sua esistenza in cui aveva sviluppato il delirio coinvolgendone altre vicine.
La manifestazione del delirio può essere anche un segno del rovesciamento di una colpa che il paziente non attribuisce a sé stesso come dovrebbe, ma ad altri, questo evento è normale in maniera saltuaria, ma diventa delirante quando diviene costante fino a condizionare il modo di pensare del paziente; in questo modo il paziente diviene tranquillo quando ha “l’illuminazione” suddetta, nonostante essa rappresenti una scoperta sconcertante, poiché è riuscito ad esportare all’esterno le colpe proprie.
La settorialità dell’evento delirante è tipica, essa si manifesta nella presenza di convinzioni deliranti (come ad esempio teorie proprie) solo su alcuni settori della sua vita e delle vicende che lo riguardano e molto spesso il paziente tiene questo settore segreto, proprio perché questo fa parte della sua “guerra” contro un nemico che non c’è, ma che può spiarlo. Per questo motivo è a volte complesso riuscire ad evidenziare un delirio. La diagnosi dunque sarà palese solo se il paziente racconta la sua visione oppure se il medico rileva nel paziente delle difficoltà di relazione.
Un altro evento in cui il delirio si manifesta avviene quando esso si trasforma in delirio sistematizee (sistematizzato) e quindi esteso a tutto il completo modo di pensare del paziente stesso, cioè permeante ogni attività.
La gravità dell’evento delirante dipende dalla sua insorgenza, se acuta viene considerata più lieve , mentre è vista come più grave e con esiti infausti in caso di insorgenza tardiva, con un lento collasso vero e proprio della personalità del paziente. È necessario sapere poi che l’evoluzione è sempre tanto più favorevole per il paziente quanto egli stesso sia precocemente consapevole che abbia bisogno d’aiuto.
Compito dello psichiatra sarà creare delle strutture della personalità che reggano al contatto con le sfere d’influenza del delirio.