Ipermetropia – Definizione

l’ipermetropia è una ametropia sferica in cui i raggi luminosi provenienti dall’infinito, in condizioni di riposo accomodativo, convergono su di un fuoco situato posteriormente alla retina. Il diottro oculare equivale ad una lente positiva troppo debole rispetto alla lunghezza dell’occhio; la retina si trova davanti al fuoco principale posteriore.

L’ipermetropia è considerata, insieme all’astigmatismo e alla miopia una forma di aberrazione semplice.

 

 

 

 

 

Ipermetropia – Epidemiologia

Tutti i bambini alla nascita sono ipermetropi (escluse miopie congenite);

Dall’età di 8 anni si assiste ad un allungamento del bulbo che si considera completo in epoca adolescenziale. Se il processo non si completa e si arresta prima, si crea un difetto ipermetropico (difficilmente si superano le 6D).

 

Classificazione

Eziologia

Anatomia
patologica

assiale

Asse antero-posteriore
più corto del normale per incompleto accrescimento (1mm
= 3D).

 

Altre cause sono
rappresentate da tutti quei processi patologici che spostano meccanicamente
in avanti la fovea: tumori retrobulbari, corioretinopatia sierosa centrale, distacco di retina, scleriti posteriori, ecc.

L’aspetto del bulbo
ipermetrope è normale nei difetti di grado lieve

Nei vizi elevati:
dimensioni del bulbo più piccole, cornea più appianata e piccola, camera anteriore di profondità ridotta (NB aumento rischio di glaucoma acuto), cristallino di dimensioni maggiori, papilla ottica in genere piccola a bordi sfumati ed ipoescavata (pseudo-papillite ipermetropica)

rifrattiva

Determinate dalla
variazione morfologica e/o funzionale degli elementi del sistema diottrico
oculare (cornea-cristallino)

D’indice

Riduzione indice di
refrazione del sistema diottrico o aumento indice di rifrazione della
corteccia del cristallino (cataratta corticale)

Di curvatura

Appiattimento corneale congenito (cornea plana) o acquisito (esiti di trauma o cheratopatie)

Di rapporto

alterato rapporto anatomico tra i mezzi diottrici, dovuto a lussazioni o ectopie del cristallino (congenite o acquisite)

Afachia

assenza del cristallino

Ipermetropia – Clinica

L’ipermetrope vede male sia per lontano che per vicino, può però sfruttare la propria capacità accomodativa (incrementando il potere diottrico del cristallino) per ottenere una visione soddisfacente.

Una ipermetropia lieve può slatentizzarsi verso i 40 aa quando subentra una fisiologica perdita del tono accomodativo (presbiopia).

Se l’ipermetropia è elevata subentrano i disturbi astenopeici:

  • cefalea
  • occhio rosso
  • blefaro-congiuntiviti

Ipermetropia – Fisiopatologia dell’accomodazione

Inizialmente il difetto è compensato da uno sforzo accomodativo che a lungo andare si traduce in un aumento del tono accomodativo basale che viene annullato solo da instillazione di cicloplegici.

L’uso eccessivo e prolungato delle capacità accomodative può generare esodeviazioni sia per lontano che per vicino: questo accade perché l’accomodazione e la convergenza coesistono come fenomeni indissociabili nel riflesso per vicino per cui ad un eccesso di accomodazione seguirà inevitabilmente un equivalente eccesso negli stimoli di convergenza. In questi casi diventa imprescindibile un esame dello stato rifrattivo in cicloplegia (atropinica) in modo da poter annullare con una correzione adeguata la componente accomodativa alla base dell’esodeviazione

Da un punto di vista della quota accomodativa impiegata, l’ipermetropia può essere classificata in:

  • Latente: compensata dal tono accomodativo basale, evidenziabile solo all’esecuzione dell’esame rifrattivo in cicloplegia
  • Facoltativa: compensata dallo sforzo accomodativo
  • Assoluta: correggibile solo con l’ausilio di una lente positiva adeguata

 

La somma della componente facoltativa e assoluta definisce l’ipermetropia manifesta. 

 

Ipermetropia – Terapia 

  • Occhiali: la correzione ottica si ottiene con lenti convergenti o positive
  • LAC: morbide o rigide
  • Ortocheratologia
  • Chirurgia:
    1)    modificando la forma della cornea (chirurgia cherato rifrattiva): https://e-medico.it/articoli/61-oftalmologia/chirurgia-refrattiva
    2)    sostituendo il cristallino con una lente intraoculare (chirurgia rifrattiva lenticolare) – di solito si fa contestualmente all’intervento di cataratta (per approfondimenti: https://e-medico.it/articoli/61-oftalmologia/15-cataratta)
    3)    aggiungendo una lente intraoculare inserita tra la cornea e il cristallino, davanti o dietro l’iride e senza rimuovere il cristallino (di solito si opta per questa tecnica per ipermetropie elevate, superiori a 8 diottrie, in cui la chirurgia rifrattiva è insufficiente; a volte si associano le 2 tecniche).

 

Focus on: Correzione ottica

Se il difetto è lieve, grazie al compenso accomodativo, senza disturbi astenopeici,  non è necessario correggere il difetto (specialmente nei soggetti giovani); sarà necessario correggerla intorno ai 40aa quando viene meno l’accomodazione.

Se il difetto è di 2-3 D con disturbi astenopeici è necessaria la correzione con la lente positiva più debole in grado sia di assicurare una visione soddisfacente che di far regredire la sintomatologia.

 

Bibliografia

  1. ‘Oftalmologia clinica – 4 edizione – Editore Monduzzi  Autori: S. Miglior – L. Mastropasqua’
  2. ‘ I vizi di refrazione – 4 edizione – Edizioni Minerva Medica  Autore: G.P. Paliaga
  3. http://www.dottorlovisolo.com/difetti-visivi/ipermetropia/

Approfondimenti su altri vizi rifrattivi

https://e-medico.it/articoli/61-oftalmologia/difetti-refrattivi-la-miopia

https://e-medico.it/articoli/61-oftalmologia/169-cheratocono-kc

https://e-medico.it/articoli/61-oftalmologia/14-astigmatismo

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