Le ghiandole di Meibomio sono ghiandole tubulo-acinari olocrine localizzate a livello tarsale nelle palpebre (sono circa 50).

Prendono nome dal medico tedesco del XVII secolo Heinrich Meibom.

Ghiandole di Meibomio – Richiami di fisiologia

Secernono la componente lipidica del film lacrimale attraverso i dotti che si aprono a livello delle giunzioni muco-cutanee a livello della rima palpebrale.

Durante l’ammiccamento le ghiandole di Meibomio si riempiono per poi rilasciare, sotto l’azione dell’ammiccamento successivo, il secreto attraverso i dotti escretori situati sul margine palpebrale.  Alla produzione dei lipidi partecipano anche le ghiandole sudoripare di Moll e le sebacee di Zeis.

Il contenuto è caratterizzato dalla presenza di lipidi polari e non polari: i primi sono presenti per il 90%, con una miscela di esteri del colesterolo e esteri della cera; il rimanente è formato da acidi grassi, idrocarburi e fosfolipidi.

La funzione della componente lipidica è di non var evaporare la componente acquosa del film lacrimale.

 

 

 

Tecniche di studio delle ghiandole di Meibomio

Abbiamo principalmente 2 tecniche diffuse nella pratica clinica

  1. valutazione alla lampada a fessura dell’ostruzione delle ghiandole di Meibomio attraverso la digitopressione a livello del tarso inferiore. In base alla difficoltà/pressione da applicare si definisce il Meibum score: grado 0, secreto chiaro che fuoriesce facilmente, grado 1 secreto che fuoriesce con una leggera pressione, grado 2 secreto che esce con una moderata pressione, grado 3 secreto che non fuoriesce neanche con una forte pressione.
  2. meibomiografia: è una osservazione in trans-illuminazione della palpebra inferiore ottenuta con un dispositivo a fibre ottiche posizionato sulla palpebra inferiore estroflessa. In base al grado di perdita di MG si definisce il Meibo score: grado 0, nessuna secrezione, grado 1, secrezione in meno della metà del tarso inferiore, e di grado 2, secrezione in più della metà dei tarso inferiori.
  3. microscopia confocale: permette di apprezzare in vivo le alterazioni istologiche delle ghiandole, nei pazienti:

– utilizzatori di lenti a contatto
– affetti da Sjogren
– in terapia con farmaci anti glaucomatosi

 

 

MEIBOMIAN GLAND DYSFUNCTION

Definizione e Fisiopatologia

È una patologia caratterizzata dall’ostruzione dei dotti delle ghiandole di Meibomio e/o dall’alterazione quali/quantitativa del secreto, con una diminuzione della componente lipidica del film lacrimale, e conseguente evaporazione della componente acquosa.

Segni e sintomi

È una delle più comuni cause di blefarite ed occhio secco (palpebra arrossata, gonfia e pesante), anche se spesso viene sottostimata.

Classificazione

– a bassa secrezione:

  • Iposecretiva: spesso di natura iatrogena
  • Ostruttiva: in seguito ad esempio a tracoma, pemfigo

– ad alta secrezione: secreto di natura seborroica (in seguito ad esempio di dermatite seborroica);  insieme al rossore ed al gon­fiore si caratterizza per la presenza di scagliette untuose del bordo palpebrale, ciglia conglutinate a ciuffetti, materiale lipidico di aspetto grumoso e schiumoso

Terapia

Seguono le linee guida per la stadiazione ed il trattamento della MGD secondo Tear Film & Ocular Surface Society (TFOS)

 

Uno studio di Maskin, Steven L., pubblicato su “Cornea Journal” nel 2010, ha dimostrato come un sondaggio con pulizia dei detriti presenti nelle Ghiandole del Meibomio, offra un rapido sollievo dei sintomi che dura nel tempo.

Segue un video sul Probing delle ghiandole di Meibomio:

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=4zq3uWzTkm8?feature=player_embedded]
Per approfondimenti sullo studio: link

 

Calazio

Definizione

reazione granulomatosa a cellule giganti che si sviluppa nel tarso in seguito ad un processo infiammatorio cronico delle ghiandole di Meibonio, determinato dalla ritenzione del secreto ghiandolare. Clinicamente si configura come un nodulo.

Segni e sintomi

  • Se sono piccoli ed asintomatici si possono anche ignorare
  • Se sono medio-grandi: dolore iniziale e disturbo della visione (per compressione sul bulbo oculare)

Terapia

  • Comportamentale: igiene, massaggio palpebrale, impacchi caldo-umidi
  • Medica: colliri cortisonici-antibiotici
  • Chirurgica: exeresi in caso di calazi molto grandi

 

Bibliografia

  1. ‘Cornea III ed’ – Autori: Krachmer – Editore: Verduci
  2. ‘Semeiotica della cornea’ – Autori: Ferreri , Roszkowska, Mastropasqua
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