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Definizione
La sindrome da intrappolamento dell’arteria poplitea è una patologia rara dovuta a compressione estrinseca dell’arteria poplitea da parte di strutture muscolo-tendinee nella fossa poplitea. Tale condizione determina claudicatio inspiegata in soggetti prevalentemente giovani.
Epidemiologia
- la sindrome da intrappolamento dell’arteria poplitea colpisce soprattutto soggetti giovani (età media 30 anni), in particolare tra quelli che praticano sport
- l’età media di presentazione, diminuisce negli sportivi che presentano masse ipertrofiche degli arti inferiori
- rapporto maschi/femmine 15:1
- anomalie anatomiche sono riscontrabili nel 3% della popolazione con interessamento bilaterale nei 2/3 dei casi; tuttavia, la presentazione clinica tipica della sindrome, è rara
Eziologia
Nella sindrome da intrappolamento dell’arteria poplitea si determina una compressione ab estrinseco, per lo più reiterata durante la deambulazione, sull’arteria poplitea da parte di strutture muscolo-tendinee.
La causa è da ricercare negli alterati rapporti anatomici vigenti tra l’arteria poplitea e le strutture mio-fasciali circostanti; ciò è riconducibile ad anomalie di sviluppo e decorso dell’arteria poplitea, ma anche ad anomalie di decorso e inserzione della muscolatura e dei tendini. Infatti la compressione può verificarsi in tre punti all’interno del cavo popliteo:
- a livello prossimale in corrispondenza dell’emergenza dal canale degli adduttori di Hunter
- a livello intermedio in cui la compressione è causata dall’inserzione del capo mediale del muscolo gastrocnemio (forma più frequente)
- distale, causata da un anomala inserzione del muscolo soleo
Per quanto riguarda la forma più frequente di sindrome da intrappolamento dell’arteria poplitea, ovvero da compressione da parte del muscolo gastrocnemio, è possibile effettuare un ulteriore classificazione (in ordine di presentazione):
- tipo I, normale inserzione del muscolo gastrocnemio sul condilo femorale, ma dislocazione mediale dell’arteria poplitea (forma più frequente)
- tipo II, in cui vi è un anomala inserzione del capo medio del muscolo gastrocnemio, laterale rispetto al condilo femorale, con compressione dell’arteria poplitea tramite il margine laterale del capo medio del gastrocnemio stesso
- tipo III, fibre accessorie del muscolo gastrocnemio circondano e ricoprono l’arteria poplitea comprimendola
- tipo IV in cui l’arteria poplitea ha un decorso profondo nella fossa poplitea e viene compressa, durante il tragitto, dal muscolo popliteo profondo e/o da tralci fibrosi
- tipo V, in cui sia l’arteria che la vena poplitea sono coinvolte
- Anatomia normale
Fisiopatologia
L’arteria poplitea è sottoposta ad uno stress meccanico che è causa di microtraumatismi a carico della parete vasale. A livello istologico avvengono importanti alterazioni strutturali quali:
- sostituzione della parete muscolare liscia con tessuto connettivo fibroso
- distruzione della membrana elastica interna
- ispessimento fibroso dell’intima
Queste alterazioni portano ad aterosclerosi precoce del vaso che esitano in quadri di stenosi e micro-embolizzazioni distali. Inoltre, l’indebolimento della parete arteriosa, è responsabile dell’aneurisma post-stenotico che può verificarsi in alcuni casi.
Clinica
La sindrome da intrappolamento dell’arteria poplitea può presentarsi secondo due modalità di esordio:
- acuta (evenienza rara)
- cronica (esordio subdolo e lentamente progressivo)
- asintomatica (assenza di sintomi, presenza di segni obiettivi e strumentali)
La modalità di presentazione è alquanto eterogenea con quadri variabili da paziente a paziente.
Sintomi
- parestesie a livello delle dita dei piedi
- torpore
- senso di freddo
- dolore/claudicatio intermittens (può presentarsi sia durante il gesto atletico che durante la camminata)
Segni
- mediante la palpazione dei polsi, popliteo, pedidio e tibiale posteriore è possibile stabilire la presenza/assenza o diminuzione del polso ed eventuali variazioni dello stesso durante i movimenti di dorsi-flessione passiva e flessione attiva del piede
- la palpazione della fossa poplitea può mettere in risalto una massa pulsante nei casi di aneurisma post-stenotico
- all’ascultazione presenza di soffio che si propaga lungo il polpaccio
Diagnosi strumentale
La diagnosi si basa soprattutto sull’uso di metodiche di diagnostica per immagini.
- ecocolor doppler; permette di valutare variazioni di flusso a paziente supino e in piedi facendo contrarre il tricipite della sura o durante manovre di dorsi-flessione attiva e passiva del piede. Documenta eventuali restringimenti del lume del vaso, la formazione di flusso turbolento e un aumento della velocità di picco a livello post-stenotico. Permette di diagnosticare l’eventuale formazione di un aneurisma
- arteriografia; documenta eventuali anomalie anatomiche di decorso del vaso (es. medializzazione come nel tipo I), di forma (aneurismi), localizza con precisione stenosi od occlusioni e la presenza di circoli collaterali. In caso di ostruzione completa non è possibile accertare il decorso del vaso a valle dell’ostruzione

- TC con mdc; in aggiunta all’esame precedente, permette la ricostruzione 3D del decorso del vaso
- RM con gadolinio; è il gold-standard. Conferma la diagnosi, permette la classificazione delle diverse varianti di intrappolamenti (I, II, III ecc.), del grado di lesione e da preziose informazioni in previsione dell’intervento chirurgico



Anche la risonanza magnetica è affetta da un certo numero di falsi positivi ovvero in quei soggetti dove la flessione plantare attiva può determinare diminuzione del flusso.
Complicanze
- ectasia del vaso fino alla formazione di un aneurisma post-stenotico
- cisti avventiziale
- embolizzazione distale (distretto tibio-peroniero e tibiale anteriore)
Diagnosi differenziale
Va fatta con tutte le patologie che possono causare claudicatio:
- malattia di Buerger
- stenosi del canale vertebrale
- arteriosclerosi calcifica della media di Monkeberg
- arteriopatia obliterante degli arti inferiori
Terapia
- Medica: viene effettuata nelle forme acute con embolizzazione del vaso e rischio di ischemia dell’arto. Si avvale dell’uso di agenti fibrinolitici.
- Chirurgica: è la terapia di scelta anche nei casi asintomatici con danno a carico dell’arteria. Le opzioni terapeutiche dipendono dal tipo di intrappolamento e prevedono:
- resezione delle strutture muscolo-tendinee responsabili dell’intrappolamento, sezione definitiva del capo medio del muscolo gastrocnemio
- tromboendoarteriectomia con innesto di patch
- by-pass con vena autologa (safena)
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