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Definizione
Con malattie polmonari interstiziali si definisce un gruppo di patologie molto eterogeneo che interessa principalmente l’interstizio polmonare, struttura che può essere considerata come lo “scheletro ” del polmone e che provvede al supporto delle vie aeree e dei vasi polmonari a partire dall’ilo fino alla periferia, al livello della pleura viscerale.
In realtà il temine interstiziale può essere considerato fuorviante poiché, nelle forme severe di malattia, c’è un sovvertimento completo della componente bronchiolare, alveolare ed interstiziale, associato ad alterazioni a carico dei vasi capillari.
Epidemiologia
Pur essendo meno frequenti rispetto alle patologie polmonari ostruttive, rappresentano un’ importante causa di malattia polmonare cronica e spesso , essendo la loro eziologia spesso sconosciuta, sono difficili da trattare.
Tante sono le patologie che appartengono a questo gruppo (più di 200 forme classificate) con cause, prognosi e terapia che possono variare notevolmente.
Classificazione
Le malattie polmonari interstiziali vengono divise in due grandi categorie: quelle ad eziologia nota (circa un terzo dei casi) e quelle ad eziologia ignota( gruppo che si sta via via riducendo grazie al miglioramento delle tecniche diagnostiche. Di seguito sono riportate le più frequenti cause di interstiziopatie da causa nota ed ignota
Causa nota |
Causa sconosciuta |
Infettiva ( virus, pneumocystis) | Sarcoidosi |
Pneumoconiosi ( silicosi , asbestosi ) | Vasculiti sistemiche |
Da polveri organiche | Istiocitosi X |
Polmone uremico ( insufficienza renali ) | Fibrosi polmonari idiopatiche |
Da farmaci | |
Emodinamico (scompenso cardiaco congestizio) | |
ARDS | |
Malattie del collageno |
Patogenesi
Una caratteristica comune a tutte queste patologie interstiziali è che, senza specificità per l’agente patogeno, la risposta del polmone al danno è simile e segue delle precise tappe:
- La prima fase è quella del danno alveolare, dovuto a tanti agenti differenti , noti o non noti, con conseguente dell’alveolite acuta e aumento del numero dei macrofagi e dei linfociti nell’interstizio polmonare;
- Successivamente le cellule infiammatorie infiammatorie liberano fattori di crescita per i fibroblasti (fibronectina, fattore di crescita insulino simile) e fattori chemiotattici per i polimorfonucleati (PMN); quest’ultimi liberano i radicali liberi dell’ossigeno con azione dannosa sugli pneumociti di tipo I, che vengono distrutti e sostituiti dagli pneumociti di tipo II.
- Se il processo infiammatorio continua o se il polmone risponde in maniera anomala ed eccessiva all’insulto , si verifica un rimaneggiamento completo dell’architettura polmonare che esita in fibrosi polmonare a causa dell’attivazione di fibroblasti , con cancellazione degli spazi alveolari sostituiti da spazi cistici; si arriva cosi allo stadio finale delle malattie interstiziali del polmone end-stage (radiograficamente quadro di polmone a nido d’ape o honey combing)
Anatomia patologica
Si possono distinguere tre fasi:
- Fase acuta o alveolitica
L’infiltrato infiammatorio interessa le pareti e le cavità bronchiolo alveolari , con riempimento degli alveoli di un essudato ricco di proteine, associato ad alterazione dell’epitelio alveolare e dell’endotelio capillare con zone di necrosi e deposizione di membrane ialine. Sono presenti macrofagi, linfociti e neutrofili.
2. Fase intermedia o reattiva
Gli pneumociti di I ordine sono sostituiti con pneumociti di II ordine e con cellule bronchiali ( si parla di ‘bronchiolizzazione degli alveoli’ ).
Sono presenti fibroblasti che depositano collagene con ispessimento delle membrane basali.
3. Fase finale
Fibrosi diffusa con setti interalveolari scompaginati e spazi aerei di forma e volume irregolari. Si formano spazi pseudo cistici che sostituiscono il normale alveolo.
Clinica
Spesso la sintomatologia è molto sfumata e compare in modo lento ed insidioso: i primi sintomi sono una tosse secca associata a dispnea, inizialmente solo durante esercizi fisici impegnativi, ma poi, con il tempo e il progredire della malattia, anche con sforzi sempre più lievi fino ad arrivare alla dispnea anche a riposo.
Iter diagnostico
1) Anamnesi:attività lavorativa ( esposizione ad absesto , silice), farmaci (amiodarone , antitumorali), familiarità, malattie del connettivo, sintomi da correlare ad infezioni )
2) Esame obiettivo: torace ipoespanso per riduzione dei volumi polmonari, ippocratismo digitale, cianosi diffusa in caso di ipossia, rantoli crepitanti bibasali “a velcro ”
3)Valutazione polmonare funzionale :
-Spirometria : quadro restrittivo con diminuzione della CPT e riduzione
“armonica” di tutti i volumi(VC, VRI, VRE, VR), VEMS diminuito; VEMS/CV (indice di tiffenau) normale o aumentato
–DLCO: diminuito; spesso già in fase precoce di malattia
4) Esami di laboratorio : utili per indirizzare la diagnosi ma raramente specifici
5) Emogasanalisi:
-Riduzione della < PaO2, più spiccata sotto sforzo (Walking test) a causa dell’alterato rapporto ventilazione /perfusione e, più tardivamente, per il deficit di diffusione
-PaCO2 normale o ridotta per l’iperventilazione compensatoria , con aumento della Paco2 solo in fase avanzata
5) Imaging:
–Radiografia del torace: primo esame da richiedere, sebbene poco specifico e sensibile, evidenzierà opacità reticolari, nodulari o reticolo nodulari bilaterali
-Il pattern reticolare deriva dalla sovrapposizione sul radiogramma di opacità lineari del grosso e del piccolo interstizio, che assumono un aspetto definito a maglia o a reticolo .Nella fibrosi polmonare avanzata queste multiple opacità curvilinee delimitano piccoli spazi cistici lungo i margini pleurici e lungo le basi polmonari (polmone a nido d’ape) .
-Il pattern nodulare consiste nella presenza di multiple opacità rotondeggianti, di diametro variabile da 1 mm a 1 cm (a volte difficilmente distinguibili separatamente le una dalle altre all’Rx.)
Vengono descritte come miliari (da 1 a 2 mm di diametro , ovvero le dimensioni di un grano di miglio ) piccole, medie o larghe, via via che il diametro aumenta.
-Il pattern reticolo nodulare deriva dalla combinazione di opacità reticolari e nodulari.Questo pattern è spesso difficile da distinguere da quello esclusivamente reticolare o nodulare e in ogni caso la diagnosi deve essere guidata dal tipo di opacità predominante
–TAC torace a strati sottili : molto più sensibile ( 94%) e specifica rispetto alla TC, permette di:
-rilevare alterazioni interstiziali in pazienti con Rx ancora negativa
-di descrivere con elevato dettaglio anatomico e topografico le alterazioni dell’architettura polmonare ( importante per l’alta correlazione fra aspetti radiologici e istopatologici).
– di guidare la scelta della biopsia
– di descrivere l’attività di malattia e la sua potenziale reversibilità
Nota-Data l’importanza del quadro radiologico e TC nella diagnosi di fibrosi polmonare idiopatica successivamente vengono trattati più in dettaglio i principali quadri rx e tc i questo gruppo di patologie.
6) Biopsia (Transbronchiale,, toracotomica , toracoscopica o percutanea )e BAL ( bronco lavaggio alveolare)
Terapia
La terapia sarà ovviamente differente in base alla causa della malattia interstiziale, può quindi essere molto diversa ad esempio , in caso di malattia nota, si raccomanderà l’allontantamento dalla sostanza scatenante o una terapia antibiotica ,ma i farmaci più sepsso utilizzati sono
1)Cortisonici : utilizzati per sopprimere o modulare l’abnorme risposta infiammatoria responsabile del danno polmonare.
2) Immunosopressori : utilizzati per ridurre la risposta infiammatoria, usati da solo o in associazione o ai cortisonici se questi, da soli , non sono efficaci nell’arrestare la malattia; i più utilizzati sono l’azatioprina, la ciclofosfamide e il methotrexate .
3) Ossigenoterapia :Soprattutto nelle fasi avanzati i pazienti possono aver bisogno di ossigeno
4) Trapianto polmonare : viene eseguito solo in caso di grave interstiziopatia polmonare in fase avanzata.Per esser ammessi a questo tipo di trattamento si deve rispondere a diversi criteri(età, condizioni generali e presenza di malattie associate, motivazione e stato psicologico).
5) Farmaci ad azione antifibrogenica e nuovi farmaci : negli ultimi anni sono in fase di studio nuovi farmaci ad azione antifibrogenica e anticorpi monoclonali, ma ancora nessuno è utilizzato nella pratica clinica se non in centri autorizzati per la loro sperimentazione controllata.
Polmoniti interstiziali idiopatiche (IIP)
Le polmoniti interstiziali idiopatiche sono un gruppo eterogeneo di malattie polmonari ad eziologia sconosciuta.
La classificazione è basata su criteri istologici, sebbene la diagnosi di IIP richieda la correlazione di clinica con patologica ed imaging. Ricordiamo che si può arrivare alla diagnosi di fibrosi polmonare idiopatica, termine spesso utilizzato come sinonimo di malattie interstiziale idiopatica, si devono rispettare i criteri riportati in tabella.
Di seguito vengono elencate le principali polmoniti interstiziali idiopatiche :
- polmonite interstiziale usuale (UIP)
- polmonite interstiziale non specifica (NSIP)
- polmonite organizzata criptogenica (COP)
- polmonite desquamativa interstiziale (DIP)
- bronchiolite respiratoria associata a malattia polmonare interstiziale (RB-ILD)
- polmonite interstiziale acuta(AIP)
Il tipo più frequente di polmonite interstiziale idiopatica è la UIP ( polmonite interstiziale usuale), segue la polmonite interstiziale non specifica (NSIP) , meno comuni sono la polmonite organizzata criptogenica (COP), la polmonite desquamativa interstiziale (DIP), la bronchiolite respiratoria associata a malattia polmonare interstiziale (RB-ILD) e la polmonite interstiziale acuta(AIP) .
Per approfondire l’argomento sulla fbrosi polmonare idiopatica si rimanda a: link
Le caratteristiche Rx e Tc di ciascuna IIP sono distinte,ma spesso sono in parte sovrapposte.
Polmonite interstiziale usuale
L’UIP è la forma più comune; sebbene l’eziologia sia sconosciuta, si pensa sia dovuta a ripetute esposizioni ad agenti dannosi , cui il polmone risponde con infiammazione e successiva riparazione e fibrosi
-Patologia
- fase precoce :proliferazione marcata di macrofagi negli spazi alveolari con medio e uniforme ispessimento interstiziale da parte di cellule mononucleate
- fase tardiva :ispessimento dell’interstizio alveolare con cellule infiammatorie mononucleate e tessuto fibroso
caratteristica tipica → si presenta in modo eterogeneo sia al livello spaziale che temporale; nello stesso momento, infatti, si evidenziano zone di parenchima normale, zone con flogosi interstiziale attiva e zone con proliferazione fibroblastica con aspetto a nido d’ape.
L’eterogeneità temporale è un carattere istologico importante e che aiuta per distinguere l’UIP dalla DIP.
Rx

-fase precoce →per molto tempo si mantiene normale, successivamente compaiono opacità reticolari fini o medie bibasali con aspetto a ground-glass
-fase tardiva→ presenza di opacità grossolane reticolari o reticolo-nodulari fino al quadro di honeycombing (cisti di 3 – 10 mm di diametro ) con perdita di volume .
HRCT→ zone di opacità interstiziali reticolari basali e sub pleuriche , in associazione a distorsioni dell’architettura polmonare legate alla fibrosi, aree con aspetto a nido d’ape e bronchiectasie da trazione
Le lesioni a nido d’ape sono fortemente indicative di UIP e evidenziarle permette di differenziarla dalla NSIP, che si caratterizza invece per la predominanza di zone a vetro smerigliato e opacità reticolari
La distinzione tra UIP e le altre cause di IIP è molto importante poiché l’ UIP è associata ad una prognosi peggiore( aspettativa di vita <5 anni) rispetto alle altre IIP.
Approfondimento
-Con ‘ground-glass’ o aspetto a ‘vetro smerigliato’, si intende un aumento dell’opacità polmonare all’ Rx e un aumento della densità alla TC che però non è tale da determinare la mancata visualizzazione della trama bronchiolare e vascolare, a differenza delle consolidazioni che determinano, invece. un’opacità più omogenea e un aumento dei valori di attenuazione più marcata,impedendo la visualizzazione della sottostante trama bronchiolo-vascolare. Le causa più frequenti di questo tipo di opacità sono: riempimento alveolare parziale, ispessimento dell’interstizio, collasso parziale degli alveoli o aumento del volume ematico capillare – Con ‘Honeycombing’ o polmone a nido d’ape, si definisce invece la presenza di spazi aerei cistici con pareti fibrose spesse e ben definite rivestite con epitelio bronchiale; tale quadro deriva dalla distruzione degli alveoli e dalla perdita dell’architettura acinare che si verifica nella fibrosi polmonare Alla TC l’aspetto caratteristico, con evidenzia di spazi cistici mediamente di 1 cm di diametro (ma possono variare da pochi mm a diversi cm), che presentano pareti ben definite dello spessore di 1 -3 mm, ripiene di aria. La presenza di questo aspetto spesso si accompagna ad altri segni di fibrosi polmonare come distorsione architetturale, ispessimento dell’interstizio intralobulare, opacità lineari irregolari, bronchiectasie da trazione.Polmonite interstiziale non specifica(NSIP)

La polmonite interstiziale non specifica è un polmonite non classificabile come UIP, AIP, COP, RB-ILD, or DIP. Si caratterizza istologicamente per un ispessimento alveolare omogeneo legato a flogosi e/o fibrosi L’omogeneità spaziale e temporale di queste modificazioni è molto importante per differenziare la NSIP dalla UIP.
La prognosi dei pazienti con NSIP è nettamente migliore di quelli con UIP
L’aspetto TC tipico della NSIP è la presenza di opacità a vetro smerigliato prevalentemente basali associate ad opacità reticolari. Rara è la presenza di aeree di parenchima a nido d’ape.
Polmonite interstiziale diffusa
La DIP si caratterizza istologicamente per un ispessimento dei setti alveolari e per l’accumulo a livello alveolare di macrofagi.
Il termine desquamativo si riferisce ad un’iniziale ipotesi, rivelatasi poi non corretta, che i macrofagi intra-alveolari fossero cellule alveolari desquamate.
Questo tipo di interstiziopatia colpisce soprattutto i fumatori ed è più frequente negli uomini che nelle donne; smettere di fumare nella gran parte dei casi determina una netta riduzione delle lesioni. La malattia risponde positivamente alla terapia steroidea
Carattere importante nella diagnosi differenziale è la presenza di ‘omogeneità temporale ‘ ovvero tutte le lesioni riscontrabili nel polmone si trovano allo stesso stadio di malattia.

Rx→impossibile differenziare questo quadro dalla UIP. Si evidenziano opacità reticolari bi-basali con minima o nulla riduzione del volume polmonare, a volte aree di ground-glass ( opacità a vetro smerigliato ) e più raramente honey-comb
HRCT→ evidenzia la presenza di aree di ground-glass sopratutto basale e periferico, meno spesso si evidenziano
opacità irregolari lineari , honeycomb e bronchiectasie da trazione
Bronchiolite respiratoria associata a malattia polmonare interstiziale
L’RB-ILD ha delle caratteristiche istologiche molto simili a quelle della DIP, infatti anche questa condizione è tipica dei fumatori ma l’RB-ILD presenta una distribuzione prevalentemente bronchiolo-centrica (la DIP invece è più diffusa); secondo alcuni autori le due malattie possono essere considerate come un’unica malattia e al RB-ILD rappresenta uno stadio più precoce della stessa patologia .
TC →opacità a vetro smerigliato distribuite prevalentemente nei lobi inferiori, spesso associate ad opacità reticolari limitate, tipicamente, alle basi polmonari.

In alcuni casi si evidenziano aree cistiche ben definite nel contesto delle opacità a vetro smerigliato
Poiché l’imaging TC della RB-ILD è simile a quello della polmonite da ipersensibilità e della NSIP, la correlazione con la clinica diventa fondamentale: i pazienti con polmonite da ipersensibilità spesso hanno una storia di esposizione accidentale ad agenti tossici e, generalmente, non sono fumatori.
Polmonite organizzata criptogenica
Nella COP, nota anche come BOOP, si ha un iniziale coinvolgimento degli alveoli polmonari, con deposizione di tessuto di granulazione a livello degli spazi aerei peri-bronchiali ed a livello dei bronchioli .
Il termine di ‘polmonite organizzata’ si riferisce al pattern istologico della malattia (che si può evidenziare tra l’altro in un gran numero di patologie) mentre ‘criptogenica’indica l’assenza di un’eziologia nota, anche se frequente è l’associazione con infezioni virali (influenza, adenovirus), inalazione di vapori tossici, malattie del collageno (artrite reumatoide e LES) e trapianto di organi .
Istologia→ aree di consolidazione a chiazze dovute alla presenza di essudato mononucleare accumulato nei bronchioli e negli alveoli, queste cellule producono tessuto di granulazione intra-bronchiale e intra-alveolare che ostruisce i bronchioli e determina la formazione di strutture similpolipoidi (connettivo lasso) aggettanti nel lume degli alveoli.
L’architettura polmonare è conservata .
tipico aspetto→uniformità delle variazioni istologiche e assenza di distorsione parenchimale o fibrosi

Rx→opacità a chiazze bilaterali o quadro di ground-glass
TC→ sono visibili aree di consolidazione prevalentemente subpleurica e peribronchiale
Frequente è la presenza di broncogramma aereo associato ad una modesta dilatazione dei bronchi ed opacità a vetro smerigliato ( prevalenti nei lobi inferiori).
La malattia è responsiva al trattamento steroideo.
La diagnosi differenziale della COP include in carcinoma bronchiolo alveolare, il linfoma, la sarcoidosi , la polmonite eosinofila e polmoniti.
Polmonite interstiziale acuta
La AIP è una forma di polmonite interstiziale rapidamente progressiva che istologicamente si caratterizza per la presenza di membrane ialine nel contesto degli alveoli e per una diffusa e attiva fibrosi interstiziale, indistinguibile da quella che si ritrova nella ARDS.
Si parla di AIP in presenza di diffuso danno alveolare ma ad eziologia sconosciuta ( al contrario della ADRS)
I pazienti presentano insufficienza respiratoria sviluppatasi nel corso di giorni o pochi mesi e spesso necessitano di ventilazione meccanica.
TC
fasi precoci→opacità a vetro smerigliato, dilatazione bronchiolare e aree di opacità più omogenee;
fasi tardive→ le stessa alterazioni si estendono a gran parte del parenchima polmonare con distorsione dell’architettura e comparsa di bronchiectasie da trazione.
Bibliografia
“Diagnostica per immagini e radioterapia” Cittadini sesta edizione
“Diagnostica per immagini” Idelson-Gnocchi 2008
“Principi di medicina interna” Harrison 17esima edizione
“Essential Radiology” Gunderman second edition
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